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Geisha e Maiko: l’arte e la seduzione in Giappone

maiko e apprendiste geishe

Geisha significa “persona d’arte“. In questo articolo troverete tutto quello che c’è da sapere su questa nota ma poco compresa figura.

Una delle figure tradizionali più affascinanti del Giappone è senz’altro quella della geisha. Resa famosa da film come “Memorie di una Geisha”, questa intrattenitrice, maestra di arti tradizionali, è entrata nell’immaginario comune come simbolo di una civiltà esotica.

La geisha è un personaggio amato quanto frainteso: la maggioranza delle persone, infatti, è convinta che si tratti di una forma molto sofisticata di cortigiana. Tuttavia la geisha non è una prostituta: il suo lavoro consiste nell’intrattenere i clienti con danze, canti e giochi. E’ presumibile che l’equivoco, tutto occidentale, che vede questa figura confusa con quella di una prostituta abbia avuto origine durante l’occupazione americana.

Per diventare geisha professioniste, le ragazze iniziano il loro apprendistato sin da giovanissime e affrontano un duro addestramento che può durare cinque o sei anni. Per questo motivo l’arte di seduzione delle geisha non è assolutamente volgare, ma deriva dall’eleganza acquisita con anni di sacrifici.

Storia e definizione

Geisha in giapponese è una parola formata da due ideogrammi: Gei (芸) che significa arte e Sha (者) che significa persona o professionista. Letteralmente quindi si può tradurre con il significato di “artista professionista” anche se poi vedremo che è particolarmente incentrata sulle arti performative (danza, teatro, musica).

La storia e l’evoluzione di questa professione si può dividere in tre fasi principali. Vediamole brevemente.

Le Origini

geisha aiutata a vestire il kimono
Una geisha viene aiutata a vestire il kimono

Agli albori della storia giapponese troviamo la figura delle saburuko (ragazze di servizio) spesso orfane di guerra o ragazze impossibilitate a rimanere in famiglia. Alcune di queste vivevano offrendo servizi sessuali e altre, più istruite, si guadagnavano da vivere come “ragazze immagine” durante gli eventi mondani.

Nel periodo Heian (794 dc) iniziarono a venire gettate le basi che avrebbero favorito il fenomeno delle geisha. Questo fu un periodo florido di pace. Le arti e la bellezza vennero messe, in tutte le loro forme, sul gradino più alto tra i valori.

Bisogna inoltre sottolineare che il Giappone tradizionale aveva un concetto di matrimonio legato più ad esigenze strutturali della società e non a ideali romantici. Molti uomini sposati, tra quelli che potevano permetterselo, si intrattenevano con le cortigiane senza che questo destasse particolare scandalo.

Nacquero così quartieri legati alle attività del piacere. Nella prima metà del 1600 lo shogun decretò per legge che la prostituzione al di fuori di questi quartieri sarebbe stata illegale. All’interno di questi quartieri speciali (yukaku) le prostitute (yujo) potevano esercitare grazie a una speciale licenza. Le yujo di classe più alta erano chiamate tayuu e oltre ad essere prostitute si esibivano su dei palcoscenici con danze e pièce a sfondo erotico. Questa nuova tipologia di performance fu nominata kabuku (letteralmente “selvaggio e scandaloso”).

Diciottesimo secolo

I quartieri del piacere iniziano a moltiplicare la propria offerta con diversi servizi di intrattenimento. Alcune tra le cortigiane più abili iniziano a intrattenere i propri clienti danzando, cantando e suonando musica. Alcune di queste recitavano versi o si dilettavano nel rinomato esercizio della calligrafia.

Ai primi del 1700 si registra la comparsa dei primi professionisti dell’arte. Non tutti sanno che i primi animatori che portassero il nome di geisha fossero infatti uomini. La loro funzione era di intrattenere i clienti in attesa che questi incontrassero le cortigiane più rinomate.

La prima donna conosciuta con l’appellativo di geisha fu una prostituta di Fukugawa nel 1750. Si chiamava Kikuya ed era una bravissima cantante e suonatrice di shamisen, uno strumento tradizionale giapponese. Questa figura acquistò popolarità e molte professioniste dell’arte iniziarono a lavorare esclusivamente come animatrici e non più come prostitute.

geisha - watabi
Danza e musica di 5 geisha nel 1901

1800 – periodo attuale

Alle geisha che lavoravano nei quartieri del piacere venne proibito di offrire prestazioni sessuali allo scopo di proteggere il proficuo business delle oiran (cortigiane d’alto bordo). Questo tipo di atteggiamento (e la legislazione che ne derivò) portarono ancora di più a rafforzare e premiare l’estetica delle geisha sopra alla più basilare figura delle cortigiane. Là dove le cortigiane e le oiran esistevano per soddisfare le più basilari esigenze sessuali le geisha assurgevano a un ruolo più nobile e raffinato. Dal 1800 in poi questa professione era ormai considerata quasi completamente femminile.

tre geisha sorridono - watabi
Tre maiko nella posa delle tre scimmie sagge

Chi è la geisha

Abbiamo visto che il significato della parola geisha è “persona d’arte”: si tratta di una professionista che ha fatto di sé stessa un’opera d’arte. Non è solo maestra di danze e canti tradizionali, ma tutto di lei, dall’aspetto alle movenze, al modo in cui parla e si muove, segue un’estetica precisa ed è fatto per deliziare chiunque la guardi.

Il suo lavoro consiste nell’intrattenere clienti (in genere molto facoltosi) durante cene o eventi mondani con danze, canti, giochi tradizionali e soprattutto conversazioni. La geisha, infatti, è una interlocutrice colta e raffinata, molto esperta nell’arte oratoria. Le sue prestazioni non sono di carattere sessuale, ma artistico e culturale.

Altri compiti delle geisha sono quelli di animare gli eventi culturali: a Kyoto, la città giapponese con la più alta concentrazione di geisha professioniste e maiko, durante l’anno ci sono vari eventi e spettacoli in cui è possibile ammirare le loro danze. Il più celebre di questi eventi è senz’altro il “Miyako Odori”: le apprendiste geisha del quartiere di Gion si esibiscono in vari spettacoli per tutto il mese di aprile, un evento da non perdere.

Il kimono e il trucco della geisha

Una geisha si riconosce immediatamente dal suo abbigliamento e dalla sua acconciatura. Indossa sempre kimono dai colori non eccessivamente sgargianti con fantasie preziose ma sobrie. La sua cintura “obi” viene annodata alla maniera “Yanagi musubi”, ovvero con la parte finale ripiegata a formare una sorta di piccola “coda” ondeggiante sulla schiena. Inoltre, da sotto la cintura e intorno al colletto spunta sempre della stoffa rossa. In generale, gli abiti delle geisha sono realizzati con seta e ricami preziosissimi.

close up trucco geisha
Il meticoloso processo di trucco

Anche il trucco della geisha è estremamente curato: in genere questa professionista si dipinge il volto, il collo e la nuca di bianco. Terminata questa base procede a disegnarsi le sopracciglia, esaltando appena il taglio della palpebra con un po’ di nero e completando il make-up con della tintura rossa per labbra.

Per finire, le geisha portano i capelli legati in una pettinatura detta “Shimada Mage”: questa acconciatura, in realtà, era molto usata dalle donne giapponesi almeno fino agli inizi del ‘900. Quello che molti non sanno è che la maggior parte delle geisha, in realtà, ha i capelli corti fino alle spalle e usa una parrucca per questioni di comodità: l’acconciatura shimada mage, infatti, necessita di molte ore per essere creata.

Le calzature della geisha si chiamano “geta” e sono dei sandali dalla suola in legno.

Differenza tra geisha e maiko

Si sente parlare spesso insieme di geisha e di maiko, ma non a tutti è chiara la differenza. La maiko è la geisha apprendista: ha un’età compresa fra i 15-16 e i 20 anni e il suo aspetto è molto diverso da quello della geisha professionista.

Porta un kimono dai colori molto più sgargianti, dipinto con fantasie particolarmente elaborate e una cintura lunga, la “hikizuri”, lasciata pendere sul retro come una coda di rondine.

Il trucco delle maiko, inoltre è più elaborato: oltre a cospargersi il volto di cipria bianca, le apprendiste dipingono l’angolo della palpebra di rosso in un disegno che ricorda un po’ i petali di pruno. Inoltre, tingono le labbra in modi diversi a seconda della loro “anzianità”.

Essendo apprendiste, non godono del privilegio di usare una parrucca: i loro capelli vengono realmente acconciati alla “Shimada mage” una volta alla settimana, e sono costrette a dormire posando il collo su dei cuscini di legno per non rovinare la capigliatura.

Le maiko portano degli zoccoli di nome “okobo”: hanno la suola molto alta e conferiscono loro un andamento elegante.

Diventare Geisha

In tempi antichi le ragazze si votavano a questo percorso fin da giovanissime e nella grande maggioranza dei casi non era una loro decisione. Le fanciulle entravano in una Okiya (置屋), letteralmente la casa delle geisha, e iniziavano il lungo percorso di studi. L’accordo finanziario con la okiya era spesso quello di non dover spendere nulla per educazione, vitto e alloggio e ripagare con il proprio lavoro da Geisha il grosso debito che si andava a contrarre.

Esistevano anche altre forme di accordo che permettevano a un’aspirante Geisha di rimanere indipendente, comprandosi da sola il kimono e vivendo lontano dall’okiya. Queste ragazze, dette Jimae, pagavano solo una somma di affiliazione per lavorare presso l’okiya.

La matrona della okiya, detta okasan, era generalmente una geisha “in pensione” che passava al lato amministrativo della professione. Spesso decideva di adottare delle figlie (musume) tra le proprie maiko per tramandare la gestione della casa. Una geisha poteva anche emanciparsi dalla okiya dopo aver saldato tutti i debiti e nel caso avesse trovato un patrono (danna) abbastanza facoltoso per sostenerla economicamente. In questo caso la ragazza poteva lasciare l’Okiya e andare a vivere altrove.

Il lavoro della geisha moderna

In cosa consiste veramente il lavoro della geisha? Nella maggior parte dei casi, una geisha viene chiamata da svariati clienti nel corso di una serata e spesso si reca sul luogo dell‘appuntamento insieme ad alcune apprendiste. Qui, la geisha deve assicurarsi che i suoi clienti si godano la cena senza preoccupazioni. Serve loro da bere, conversa, suona lo shamisen e canta, talvolta balla con il ventaglio (ma spesso sono le maiko a esibirsi nella danza).

Quanto costano i servizi di una professionista?

Il prezzo per invitare una geisha a cena si aggira tra i 30mila e i 50mila yen (tra i 260 e i 430 euro). Ma la spesa non finisce qui: i ristoranti dove lavorano le geisha hanno menù fissi da circa 20mila yen (170 euro) a persona.

E se il conto vi pare salato, pensate che non è finita qui: ogni volta che una geisha o una maiko ballano, la si deve ringraziare con un’ulteriore offerta di circa 20mila yen per ogni commensale. Come vedete, la compagnia di una geisha non è qualcosa alla portata di tutte le tasche.

Ma perché è così costoso ?

Come avete visto il percorso di studi per arrivare a praticare questa professione è molto lungo e le occasioni per lavorare limitate in un arco di tempo limitato. Un kimono può arrivare a costare diverse migliaia di euro e una geisha deve averne un certo numero a disposizione.

Dove vedere una geisha

Anche per i turisti stranieri è possibile osservare una maiko o una geisha al lavoro al giorno d’oggi. A Kyoto in modo particolare ci sono un certo numero di ryokan e strutture che consentono ai propri ospiti o a clienti esterni di partecipare a spettacoli collettivi o privati. La possibilità per un visitatore che non parli il giapponese di comprendere e godere dello spettacolo è naturalmente limitata alla sfera estetica; suggeriamo questo tipo di esperienza a chi è veramente interessato alla cultura giapponese tradizionale. Non si tratta infatti di uno spettacolo moderno e i suoi ritmi non coincidono con quelli dell’intrattenimento ai quali siamo normalmente abituati.

Per chi volesse vedere da vicino questo mondo durante un viaggio in Giappone consigliamo di scegliere un ryokan che includa la possibilità di assistere allo spettacolo di una Maiko. Contattateci per maggiori informazioni!

Cultura popolare

Per chi vuole approfondire la figura della cortigiana giapponese, esistono moltissimi film e libri, oltre al celeberrimo “Memorie di una Geisha”, il libro di Arthur Golden da cui è stato tratto l’omonimo film.

Di seguito trovate due liste con alcuni nostri consigli per avvicinarsi a questo mondo affascinante.

Libri

  • Geisha Monogatari – La storia della geisha: dalle origini a oggi (Miriam Nobile)
  • Una gru infreddolita. Storia di una geisha (Kazuo Kamimura)
  • Il mondo dei fiori e dei salici. Autobiografia di una geisha (Masuda Sayo)
  • Storia proibita di una geisha (Mineko Iwasaki)
  • La virtù femminile (Harumi Setouchi)

Film

  • Lady Maiko (regia di Masayuki Suo 2014)
  • The Geisha House (regia di Kinji Fukasaku, 1998)
  • Maiko Haaaan!!! (regia di Kankuro Kudo, 2007)
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Diego

Complimenti. Perfetto! 👏👏👏


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